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La direttiva Case Green 2023 ed il contributo del tetto

Entro il 2030 obiettivo dell'Unione Europea è incrementare l'efficientamento energetico del patrimonio edilizio, migliorando le prestazioni energetiche degli edifici, riducendo costi, consumi ed emissioni. Obiettivo finale è infatti la neutralità climatica entro il 2050. Vediamo in quale modo il tetto della nostra casa può contribuire al conseguimento di questi benefici.

Case green 2023 ed efficienza energetica: le prospettive future in termini di indirizzi
Nell’accordo di Parigi del 2015 i paesi che facevano parte delle Nazioni Unite avevano condiviso la necessità di mantenere l’aumento medio della temperatura globale ben al di sotto dei 2° rispetto ai livelli preindustriali, tentando di limitare questa soglia a 1,5°.

Obiettivo ribadito ulteriormente a Glasgow nel 2021 quando gli stessi si sono impegnati a rafforzare i loro obiettivi per il 2030 entro la fine del 2022. Con la direttiva l'Unione Europea sostanzialmente si è strutturata per ridurre le emissioni nette di gas serra dell’intera economia continentale di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Gli obiettivi dell’Unione si possono tradurre, sintetizzando il documento approvato dal Parlamento Europeo il 14 marzo scorso, nei seguenti orientamenti:

nella necessità di aumentare nettamente le operazioni di ristrutturazione energetica degli edifici entro il 2030, creando anche fino a 160 000 posti di lavoro nel settore edile;

tenendo conto del contesto geopolitico attuale si incoraggiano gli Stati membri ad aggiornare le proprie proposte legislative in materia di efficienza e risparmio energetici anche rafforzando la sovranità energetica, eliminando nel contempo i combustibili fossili attraverso misure fiscali adeguate;

si sottolinea quanto gli investimenti nell’efficienza energetica debbano essere prioritari, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato, per ridurre la dipendenza dalle importazioni energetiche ed attenuare l'impatto negativo di prezzi energetici elevati;

si evidenzia quanto le politiche di sufficienza evitino domande di energia, materiali, suolo, acqua e altre risorse naturali durante il ciclo di vita degli edifici e dei beni, garantendo nel contempo il benessere di tutti sul pianeta;

si considera come l’impatto delle costruzioni sull’ambiente sia responsabile:

  • del 40 % del consumo finale di energia 
  • del 36 % delle emissioni di gas a effetto serra associate all'energia
  • e come il 75 % degli edifici sia tuttora inefficiente sul piano energetico. 

Inoltre per riscaldare le residenze siano usati principalmente:

  • il gas naturale (circa il 42%)
  • il petrolio (il 14 %)
  • il carbone (circa il 3 %).

A fronte di ciò le fonti rinnovabili ed in particolar modo l’energia solare, svolgeranno un ruolo chiave nella riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.

Si evidenzia che l’obiettivo di ridurre le emissioni incoraggerà l’innovazione e la creazione di valore, ad esempio aumentando l’utilizzo di materiali circolari e naturali, maggiormente sostenibili. Tra questi si rammentano le tecniche passive, specie per far fronte alle ondate di calore estive.

Si dovrà tenere conto delle modificazioni delle prestazioni degli edifici durante l’intero ciclo di vita utile, sia nelle nuove costruzioni, sia nelle ristrutturazioni.

Si evidenzia la necessità di promuovere una maggiore circolarità nell'ambiente edificato, favorendo la ristrutturazione (sostenuta da finanziamenti adeguati) e il riutilizzo adattivo rispetto alla demolizione e alla nuova costruzione.

Si incoraggia fortemente l’integrazione di elementi verdi nella pianificazione urbana e nella progettazione delle infrastrutture, in quanto strumenti efficaci di adattamento ai cambiamenti climatici. Si deve incoraggiare l'installazione di superfici coperte da vegetazione che aiutino a trattenere l'acqua piovana, riducendo così il deflusso urbano, migliorando la gestione delle acque piovane e riducendo l'effetto "isola di calore urbano", raffreddando gli edifici e l'ambiente circostante durante l'estate e le ondate di calore.

Relativamente agli edifici a carattere monumentale, si sottolinea l’importanza di procedere con la ristrutturazione energetica nel rispetto dell’architettura originaria e delle norme nazionali di conservazione; per gli edifici di interesse storico o architettonico, invece, si dovranno individuare criteri di efficientamento tecnicamente, funzionalmente ed economicamente più elevati possibile pur mantenendo il carattere dei fabbricati stessi.

Tali indirizzi non possono che determinare enormi benefici sociali, economici e ambientali; l’introduzione di norme minime di prestazione energetica, corredate di garanzie sociali e finanziarie, è intesa a migliorare la qualità della vita delle famiglie più vulnerabili e dei cittadini più poveri.

Si debbono promuovere stili di vita più sostenibili e inclusivi, massimizzando altri criteri quali l'accessibilità, la sicurezza antincendio, sismica ed impiantistica.

Si sostengono metodologie di definizione di prestazionalità energetica effettivamente rispondenti alle prestazioni climatiche degli edifici, legate a requisiti minimi da rivedere periodicamente e che contemplino – nell’arco dell’intero anno e non solo del periodo di riscaldamento/raffrescamento – altri fattori quali:

  • il tipo di impianto di riscaldamento e condizionamento
  • l'impiego di energia da fonti rinnovabili
  • i sistemi di automazione e controllo dell'edificio
  • il recupero del calore dalle acque reflue
  • la ventilazione e il raffrescamento
  • il recupero di energia
  • il bilanciamento idronico (che ottimizza la distribuzione dell’acqua sanitaria)
  • le soluzioni intelligenti
  • gli elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento
  • i sistemi di ombreggiamento
  • la qualità dell'ambiente interno
  • l’adeguata illuminazione naturale
  • le caratteristiche architettoniche dell'edificio.

Perchè isolare il tetto?

L'isolamento del tetto risulta fondamentale sia dal punto di vista del risparmio energetico sia del miglioramento del comfort abitativo.

La dispersione del calore attraverso il tetto di un edificio, infatti, rappresenta una parte significativa delle perdite per trasmissione attraverso l'involucro edilizio.

ROCKWOOL fornisce una gamma specifica di prodotti isolanti in lana di roccia per applicazioni su tetti piani o inclinati. Dai "tetti caldi" con supporto in acciaio, o laterocemento, alle soluzioni per l'isolamento del sottotetto, i prodotti ROCKWOOL sono realizzati in lana di roccia di prima qualità per mantenere gli edifici salubri e l'ambiente interno confortevole.

Oltre alle eccellenti prestazioni termiche, le proprietà acustiche e di incombustibilità dei prodotti ROCKWOOL consentono di realizzare soluzioni performanti e sicure.

Perchè isolare il tetto?
L'installazione di un isolamento efficace nelle case e nelle proprietà commerciali può ridurre il fabbisogno di riscaldamento fino al 70%[1].

Le abitazioni non adeguatamente isolate possono perdere circa un quarto del calore attraverso il tetto. Oltre all'aria calda che fuoriesce, c'è la possibilità che l'aria fredda possa entrare anche da un tetto che non è in buone condizioni. Nei climi caldi, dove mantenere un edificio fresco è essenziale, può accadere il contrario.

L'isolamento del tetto aiuta a mantenere la temperatura corretta dell'edificio, in modo da poter trasformare un sottotetto in uno spazio abitativo o in un vano aggiuntivo, oppure un tetto piano in un'accogliente terrazza o in un tetto verde.

L'isolamento del tetto permette di:

  • Impedire il trasferimento di calore
  • Aumentare l'efficienza energetica di un edificio
  • Risparmiare sulle bollette del riscaldamento
  • Migliorare il comfort estivo

Il tetto a falde è una struttura ampiamente utilizzata e racchiude in sé molteplici tipologie di pacchetti e di supporti sulla base delle tradizioni costruttive locali, dei requisiti e delle normative.

Le soluzioni ROCKWOOL possono fornire la soluzione giusta alle diverse tipologie costruttive sia per le nuove costruzioni che per gli interventi di ristrutturazione.

La scelta dell’isolamento di una copertura a falde dipende anche dalla possibilità di sfruttare o meno lo spazio che si va a creare nel sottotetto. 

I prodotti ROCKWOOL conciliano i bisogni progettuali con quelli degli occupanti e sono adatti per la realizzazione di pacchetti tecnologici in estradosso e in intradosso in abbinamento alle più svariate tipologie di supporti e materiali.

Un efficace isolamento del tetto a falde offre comfort termico, protezione acustica e un ottimo comportamento al fuoco, rendendolo una scelta ideale per numerosi edifici.

Isolamento tetto a falde

ll tetto a falde è una struttura ampiamente utilizzata e racchiude in sé molteplici tipologie di pacchetti e di supporti sulla base delle tradizioni costruttive locali, dei requisiti e delle normative.

Le soluzioni ROCKWOOL possono fornire la soluzione giusta alle diverse tipologie costruttive sia per le nuove costruzioni che per gli interventi di ristrutturazione.

La scelta dell’isolamento di una copertura a falde dipende anche dalla possibilità di sfruttare o meno lo spazio che si va a creare nel sottotetto. 

I prodotti ROCKWOOL conciliano i bisogni progettuali con quelli degli occupanti e sono adatti per la realizzazione di pacchetti tecnologici in estradosso e in intradosso in abbinamento alle più svariate tipologie di supporti e materiali.

Un efficace isolamento del tetto a falde offre comfort termico, protezione acustica e un ottimo comportamento al fuoco, rendendolo una scelta ideale per numerosi edifici.

Isolamento tetto piano

La funzione principale di una copertura piana è quella di fornire una protezione all’edificio contro le intemperie.

I pannelli isolanti per questo tipo di applicazione devono resistere a carichi elevati poiché spesso sostengono impianti pesanti come quelli per il trattamento dell’aria e della produzione di acqua calda oltre a dover consentire attività manutentive.

I pannelli ROCKWOOL per l'isolamento di tetti piani sono progettati per fornire alti livelli di resistenza meccanica, eccellenti soluzioni termiche e acustiche, sicurezza contro gli incendi e durabilità, garantendo la loro integrità nel tempo.

Scopri maggiori dettagli su questa applicazione, consultando gli approfondimenti presenti in questa pagina web.

Il tetto riflettente: perche’ incide sul comfort abitativo e sul microclima locale

Testo sito https://www.bmigroup.com/it

Il tetto riflettente: perche’ incide sul comfort abitativo e sul microclima locale

Le scelte dei materiali con cui pensiamo alla nostra casa sono molteplici: accanto a valutazioni estetiche e propriamente funzionali a cui ogni singola parte dell’involucro è chiamata a rispondere, emergono sempre con maggior peso anche le valenze che caratterizzano il benessere interno degli spazi e le conseguenze che esse determinano sul microclima locale.

L’interazione tra involucro edilizio, ambienti abitativi e contesto climatico locale

Il concetto di benessere indoor è noto a tutti: riguarda l’insieme delle risposte che nel tempo sono state progressivamente individuate rispetto ad un bisogno che si è modificato e si è accresciuto nel tempo: il comfort. Se in passato, infatti, l’esigenza prioritaria nelle abitazioni era quella di difendersi dal freddo - ottenendo risultati contenuti e con grande fatica, attraverso stufe a legna e camini - da alcuni decenni, grazie al contributo di sistemi impiantistici sempre più evoluti, abbiamo raggiunto e diamo ormai per scontati, parametri di benessere interno elevatissimi. L’utilizzo “intensivo” di impianti di riscaldamento e climatizzazione, tuttavia, hanno comportato grandi conseguenze in termini di consumi energetici e di risorse fossili, di dispendi economici e di impatto ambientale. Abbiamo più recentemente imparato che è possibile ridurre l’apporto impiantistico con una buona progettazione, che parta intanto dalle caratteristiche proprie di ogni singolo contesto climatico, da sfruttare opportunisticamente: tra esse l’orientamento, l’irraggiamento, la presenza di vegetazione, la ventilazione naturale e altre. Su questa linea la storia ci insegna che il sapiente sfruttamento del clima e la sua “regimazione” intelligente possono incidere grandemente sul benessere psicofisico dell’uomo. Pensiamo ad esempio quanto sia salubre disporre di ampi spazi verdi, di correnti d’aria consapevolmente controllate nonché utilizzare materiali dai colori adeguati. Non è un caso se le architetture consolidate nei secoli e tipiche dei luoghi secchi e caldi sono chiare.

Soffermandoci sul ruolo del tetto e sul suo essere il primo elemento dell’involucro ad opporsi all’azione climatica, possiamo certamente considerare la sua capacità di contrastare le infiltrazioni di acqua e neve ma anche il suo essere “filtro” tra interno ed esterno sotto il profilo degli scambi di calore.

Il concetto di riflettanza e normativa specifica

Parlando di tetto, frequentemente è possibile imbattersi in un concetto ancora poco noto: quello della riflettanza. Questa, che si può tradurre in termini di proprietà radiative dei manti di copertura, ha dato luogo ad ampi dibattiti nell’Unione Europea che si è espressa già negli anni Duemila con direttive generali estese a tutti i paesi membri. Anche l’Italia, naturalmente, ha affrontato questo argomento emanando normative specifiche con cui i progettisti si debbono confrontare.

Le prescrizioni specifiche di riferimento sono le seguenti:

il D. M. 26 giugno 2015 si rivolge agli edifici pubblici e privati sia di nuova costruzione, sia esistenti sottoposti a ristrutturazione ed individua le modalità di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici definendone i requisiti minimi. In una sua parte, espressamente dedicata al ruolo del tetto, evidenza come per limitare i fabbisogni energetici necessari per la climatizzazione estiva e per il contenimento della temperatura interna degli ambienti, comportando nel contempo anche la riduzione del surriscaldamento che può avvenire a scala urbana, sia obbligatorio verificare l’efficacia, in termini di rapporto costi-benefici, dell’utilizzo di materiali ad elevata riflettanza solare (fornendo dei parametri minimi di riferimento) e/o l’utilizzo di tecnologie di climatizzazione passiva – quindi insite nei materiali e nelle soluzioni tecniche selezionate - quali ventilazione e coperture a verde. Naturalmente queste valutazioni tecniche debbono essere riportate dai progettisti nelle Relazioni tecniche di progetto.

Il D.M. 24.12.2015 “Criteri Ambientali Minimi”, aggiornato poi nel gennaio del 2017 e riguardante i temi di riduzione dell’impatto sul microclima e dell’inquinamento atmosferico. In esso evidenzia, sempre richiamandosi alla copertura, come per ridurre le emissioni in atmosfera e limitare gli effetti della radiazione solare il progetto di nuovi edifici e quelli di riqualificazione di costruzioni esistenti, si debba prevedere l’uso di materiali ad alto indice di riflessione solare, anche in questo caso fornendo delle soglie sotto le quali non andare.

Altre indicazioni ancora più stringenti riguardano i protocolli tesi alla Certificazioni di edifici ad elevate prestazioni energetiche (LEED, ITACA, ..).

In sintesi tutte queste norme ci suggeriscono più o meno esplicitamente l’uso di materiali ad elevata riflettanza sia per migliorare il comfort interno estivo dei fabbricati, sia per ridurre il fenomeno di “isola di calore urbana”, un fenomeno decisamente in crescita specie nel bacino del Mediterraneo e consistente nell’osservare un microclima più caldo all'interno delle aree urbane densamente abitate ed utilizzate dall’uomo rispetto alle zone periferiche e rurali circostanti.

Perché è importante considerare l’azione dell’intera copertura e non solo il manto

Accanto alle normative, riferimenti essenziali quando si progetti un edificio, sono sorti degli studi avanzati e accreditati che in questo caso sono stati condotti per comprendere l’efficacia dei materiali riflettenti. Diventa essenziale il ruolo:

di permeabilità all’aria fornita dagli elementi discontinui del manto, tegole o coppi che siano della ventilazione sottomanto delle caratteristiche di riflessione delle membrane impermeabilizzanti riflettenti del corretto bilanciamento tra isolamento termico e massa inerziale

Per questo è più corretto richiamarsi al concetto di Riflettanza equivalente, ovvero la capacità delle coperture di disperdere verso l’esterno il calore quando investite dall’irraggiamento solare.

I benefici di un sistema riflettente, sia dentro, sia fuori

I benefici del tetto riflettente ben si comprendono qualora si viva in uno spazio mansardato o in locali a tutta altezza. In questi casi gli ambienti abitativi son separati dall’esterno “solo” dalla stratigrafia interagente del tetto: è evidente, pertanto, quanto la buona definizione del “pacchetto tetto” diventi prioritaria.

Abbiamo evidenziato come il problema non possa ricondursi alla sola scelta della tegola, importante ma non determinante. Proviamo intanto a pensare al nostro patrimonio edilizio consolidato, costellato di un’infinità di tetti in terracotta o in pietra dalle tonalità scure;  è anche solo per rispetto della nostra tradizione formale che risulta impensabile sostituire questi materiali con manti chiari, completamente estranei alla nostra storia.

Possiamo tuttavia agire almeno su uno degli elementi stratigrafici, essendo certi che potremo godere di una riduzione degli effetti dell’irraggiamento solare specie estivo:

scegliendo una tegola reflex, quando il contesto urbano e l’assetto architettonico dell’edificio lo permettano. BMI Wierer propone varie soluzioni di tegola e/o coppo, dal profilo contemporaneo lineare o tradizionalmente curvilineo, in cemento o in laterizio, contenente al suo interno dei pigmenti riflettenti posizionando delle membrane impermeabilizzanti riflettenti, che oltre ad impedire l’infiltrazione di pioggia, gestire l’umidità e migliorare la risposta energetica generale dell’involucro riemettono in atmosfera parte dell’irraggiamento solare definendo la migliore camera di ventilazione sottotegola possibile.

I vantaggi determinati da una stratigrafia riflettente saranno evidenti intanto in termini di comfort indoor:

vivremo confortevolmente la mansarda in inverno, perché la stratigrafia nel suo complesso ci proteggerà dall’acqua e migliorerà la risposta energetica dell’involucro, specie nel contenimento e nel mantenimento del calore prodotto all’interno dormiremo serenamente nelle notti d’estate senza dover utilizzare il climatizzatore; gli strati riflettenti ridurranno autonomamente di qualche grado la temperatura in entrata dall’alto avremo costi in bolletta contenuti non impatteremo sull’ambiente in termini di inquinamento.

Rispetto al microclima locale

il disporre di materiali che non assorbono in toto l’irraggiamento solare, ma lo cedono progressivamente verso l’esterno, dove viene gestito dalle correnti d’aria;

il contenimento e lo smaltimento dell’eccesso di calore che inciderebbe sulla copertura, portandola ad assumere anche una temperatura di 80°, attraverso la ventilazione che avviene tra gli strati del tetto

la scelta di colorazioni adeguate del manto

nella riduzione degli effetti di surriscaldamento e di eccessiva secchezza dell’aria. Questi effetti comportano effetti di enorme valenza sul benessere psicofisico dell’uomo, specie in quei contesti densamente abitati, magari poco serviti da verde urbano e circondati da sistemi infrastrutturali estesi (sedi viarie, parcheggi,…), migliorando le condizioni di vita in città.

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